Veste Invisibile
20 x 20 x 5 cm, 2023, tecnica mista: cotone, filo di cotone, filo di metallo, ferro, pittura, cera, colla, vetro
L’opera presenta una serie di assorbenti mestruali smaterializzati e decostruiti. L’elemento
per l’igiene intima femminile, considerato un bene di prima necessità, usato per lo sviluppo
dell’opera, ricorda nella sua forma e struttura l’involucro del bozzolo a cui fa riferimento il
bando del concorso Miniartextil 2023 “Denudare femmina vestis”. Il tampone mestruale
femminile rappresenta l’abito invisibile che la donna mensilmente indossa dall’interno.
L’opera vuole affrontare i tabù del ciclo mestruale, reso praticamente invisibile dall’uso
dell’assorbente interno. Ancora oggi, la parola “mestruazioni” viene evitata o considerata da
molti come “sporca”.
Gli assorbenti interni vaginali smaterializzati e trasfigurati, rappresentano le difficoltà che la
donna, dal menarca in poi, deve affrontare nello sviluppo della propria coscienza femminile;
quindi, la costrizione di regole e abitudini comportamentali sociali dettate da un senso di
repulsione collettiva, ingabbiata, sporca, inadeguata, il bisogno represso di fluire o di lasciar
fluire l’energia, esprimendo il proprio potenziale femminile.
Nell'antichità veniva riconosciuta alla donna e al ciclo mestruale un potentissimo potere
creativo. Queste, infatti, erano venerate proprio perché si riteneva avessero uno
straordinario potere di trasformazione. Per questa ragione il ciclo mestruale era vissuto
come un dono e non come qualcosa da dover nascondere.